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Pubblicato: 31/05/2017 da



Elettrocardiogramma pediatrico: ABC…e D di Valentina Gesuete

Cardiologia, Dipartimento di Pediatria, IRCCS Materno-Infantile ‘Burlo-Garofolo’, Trieste

L’elettrocardiogramma si dimostra ancora oggi uno strumento diagnostico moderno e per certi versi indispensabile. Nel corso della vita, l’elettrocardiogramma cambia continuamente in funzione di adattamenti circolatori postnatali, costituzione fisica. La realtà ecg-grafica pediatrica-giovanile è molto variegata, spaziando dalla variante normale alla cardiopatia congenita più complessa.


In questo piccolo lavoro vengono presi in considerazione i fondamenti dell’ecg normale in età pediatrica corredati da alcuni esempi e relative spiegazioni delle principali varianti del normale sottoforma di domanda e risposta tra Pediatra di libera scelta (P) e Cardiologo dell’ospedale pediatrico di riferimento (C).

P: Collega, buongiorno. Ho portato una serie di tracciati ecg che vorrei farti vedere. Prima di tutto, potresti spiegarmi un pò il significato delle onde elettrocardiografiche?

C: Ok! Allora iniziamo dal corrispettivo elettrico di un battito cardiaco (Figura 1).

Figura 1

Figura 1. Ecg normale


Procedendo da sinistra verso destra nella Figura 1, analizziamo in modo semplice il tracciato onda per onda:

  • • Onda P: l’impulso parte dal nodo seno-atriale e si propaga ad entrambi gli atri, inducendo la contrazione atriale. L’onda P rappresenta l’onda di depolarizzazione atriale (evento elettrico), prima della loro contrazione (evento meccanico).

  • • Intervallo PR: dagli atri l’impulso arriva al nodo atrio-ventricolare. L’intervallo PR rappresenta il tempo di conduzione atrio-ventricolare, cioè il passaggio dello stimolo dagli atri ai ventricoli.

  • • Complesso QRS: l’impulso arriva al nodo atrio-ventricolare, passa al fascio di His, alle branche destra e sinistra e quindi alle fibre di Purkinje. Indica, quindi, la depolarizzazione ventricolare.

  • • Onda T: rappresenta l’onda di ripolarizzazione ventricolare; segue sempre il complesso QRS.

  • • Intervallo QT: indica il tempo di depolarizzazione (complesso QRS) e ripolarizzazione ventricolare (onda T); si misura dall’inizio del complesso QRS alla fine dell’onda T. Riflette la durata totale del potenziale di azione a livello dei miociti ventricolari.

Ogni onda, ogni intervallo presenta un range di normalità. Potresti scaricare dal web alcune tabelle riassuntive in modo da facilitarti l’interpretazione [1].

P: Ok. Adesso alcune domande un pò tecniche e un pò pratiche.Come si valuta il ritmo cardiaco?

C: Partiamo dalla fisiologia. Nel cuore ci sono diversi pace-maker naturali da cui parte l’impulso che poi si trasmette, tramite il sistema di conduzione, a tutto il muscolo cardiaco.

Il nodo del seno atriale è il pace-maker principale, quello che comanda su tutti gli altri.

In condizioni normali, l’attivazione del cuore inizia nelle cellule del nodo seno atriale e si diffonde agli atri coinvolgendo poi il nodo atrioventricolare, il fascio di His e le sue branche e infine il miocardio ventricolare. Il ritmo che si origina dal nodo del seno viene definito RITMO SINUSALE e corrisponde all’onda P sul tracciato ecg.


Con questo termine si indicano i seguenti fenomeni (Figura 2):

  • • L’impulso che depolarizza gli atri nasce nel nodo del seno

  • • La morfologia della onda P è costante in ognuna delle 12 derivazioni dell’ecg

  • • Gli intervalli P-P sono relativamente costanti

  • • Onda P prima di ogni QRS

  • • QRS dopo ogni onda P

Figura 2

Figura 2. Ritmo sinusale


P: qualche giorno fa, in ambulatorio, visitando un piccolino, ho avuto l’impressione di sentire un battito aritmico. Ho prescritto un elettrocardiogramma che recitava ‘aritmia sinusale’. Cosa vuol dire?

C: è una variante del normale ritmo sinusale che a volte, all’auscultazione, potrebbe dare l’impressione di una successione aritmica dei battiti cardiaci (Figura 3).


Figura 3 - Aritmia Sinusale respiratoria

Figura 3. Esempio di aritmia sinusale respiratoria



Dal punto di vista elettrocardiografico, è caratterizzata da:

  • • onde P morfologicamente identiche alle onde P sinusali abituali;

  • • la frequenza dell’onda P varia in modo ciclico: variabilità legata al ciclo respiratorio;

  • • QRS presenti con morfologia abituale;

  • • intervallo PR normale e costante

P: Qual è il meccanismo alla base di questa aritmia? Devo preoccuparmi?

C: Allora...chiamarla aritmia è un pò esagerato anche se di fatto è un’alterazione del ritmo ma fisiologica (almeno nel bambino). Qual è il meccanismo sottostante?

Ecco...il nodo seno atriale è sotto il controllo costante del sistema nervoso simpatico (tono simpatico) e parasimpatico (tono vagale). La frequenza cardiaca normale è quindi il risultato della contemporanea modulazione positiva e negativa operata rispettivamente dal simpatico e dal vago sulla frequenza intrinseca del nodo seno atriale.

La aritmia sinusale respiratoria è legata alle variazioni neurovegetative che si verificano con la respirazione. L’inspirazione induce un incremento dell’attività adrenergica per cui la frequenza cardiaca aumenta mentre si riduce con l’espirazione. Generalmente l’intervallo P-P si accorcia gradualmente nella fase inspiratoria e si allunga improvvisamente all’inizio dell’espirazione. Nell’aritmia sinusale respiratoria le variazioni della frequenza cardiaca sono cicliche e ripetitive e ciò consente di differenziare quest’aritmia dall’extrasistolia.

Detto questo, non devi preoccuparti quando leggi sul tracciato aritmia respiratoria perchè siamo nel campo della fisiologia cardiaca.

P: Adesso ti mostro questo tracciato (Figura 4). E’ di un bambino di 5 anni. La risposta di refertazione è: ‘segnapassi migrante’. Guardando il tracciato noto che l’onda P non è sempre uguale ma varia da battito a battito. Cosa vuol dire?

C: Avrai anche notato la normalità della frequenza cardiaca, giusto?

P: Si

C: Abbiamo detto prima che nel cuore ci sono diversi pace-maker che dettano legge sulla generazione dell’impulso: c’è il nodo del seno atriale, il nodo atrioventricolare...Può capitare che l’impulso non nasca direttamente dal solito pace-maker ma da una sede diversa compresa tra il nodo seno atriale e quello atrioventricolare. E’ molto frequente nell’infanzia. Il continuo cambiamento di sede di origine dell’impulso si manifesta sul tracciato con onde P morfologicamente diverse da quelle sinusali. Il fenomeno non si accompagna mai a sintomi e deve essere considerato fisiologico.

Figura 4 - Segnapassi migrante

Figura 4. Segnapassi migrante. Le frecce azzurre indicato onde P di morfologia diversa


P: Un’ultima domanda. Questa volta di carattere personale. Mio figlio ha 26 anni e da piccolino (a circa 4 anni) ha subito un intervento di adenoido-tonsillectomia. Prima dell’intervento, gli è stato fatto un ecg a cui è seguita una visita cardiologica sebbene il bambino fosse sempre stato bene. Proprio ieri ha fatto un tracciato ecg per iscriversi in palestra e per curiosità l’ho confrontato con la fotocopia un pò sbiadita del vecchio tracciato (ho una copia della cartella clinica!)(Figure 5 e 6).

Figura 5 - ECG pattern giovanile

Figura 5. Ecg pattern giovanile


Figura 6 - Ecg pattern adulto

Figura 6. Ecg pattern adulto


Mi sono reso conto che è totalmente diverso. Sul primo tracciato c’è scritto ‘non escludibile ischemia anteriore’ e su quello di ieri ‘tracciato normale’. Dimmi la verità, ha avuto un infarto da piccolo?

C: Ma no no, non preoccuparti! L’elettrocardiogramma nel bambino rappresenta, per certi versi, un mondo a sè, del tutto separato da quello dell’adulto.

Nel corso della vita, l’elettrocardiogramma cambia continuamente in funzione di adattamenti circolatori postnatali, costituzione fisica. Ci sono tre pattern ecg principali: il neonatale, il giovanile e quello adulto. Cosa salta all’occhio confrontando il tracciato recente con il precedente?

P: L’onda T: negativa in V1, V2 e V3 nel tracciato da bambino ed ora positiva nelle stesse derivazioni.

C: Bravo! Hai centrato il punto. L’onda T nei primi giorni di vita (fino a circa 7 giorni) può essere positiva in V1 (pattern neonatale). Poi diventa negativa fino anche a V4 (pattern giovanile) e rimane tale fino ai 12-14 anni, quando si positivizza (pattern adulto). Questi tracciati sono la testimonianza della progressiva evoluzione nelle varie tappe della vita di un normale elettrocardiogramma. Forse, il tracciato di quando era piccolo è stato refertato da un cardiologo poco esperto di bambini.

 

 

Riferimenti bibliografici

1. Bronzetti G., Mariucci E., Bonvicini M., Picchio FM. L’ecg in età pediatrica: cosa deve sapere il cardiologo dell’adulto. G Ital Cardiol 2011; 12 (6): 408-418