Giulia Russo
(cardiologa presso il Centro Cardiovascolare di Trieste)
La main session ‘Esisterà ancora la Cardiologia?’ è stata una sessione in cui la Cardiologia attuale e l’Anmco hanno esposto le loro idee e proposte rispetto al nuovo regolamento sugli standard organizzativi in area cardiovascolare che vuole riorganizzare la Cardiologia esistente nel modello di ‘ospedali per acuti’.
Presenziava la sessione il dr. Giorgino, conduttore del Tg1 insieme al Presidente Anmco dr Gulizia e al dr. Di Pasquale, past President Anmco. Il dr. Gregorio ha illustrato la situazione della Cardiologia in Italia in questo momento: ci sono 1459 Ospedali tra privati e pubblici che con la nuova riforma devono essere ridotti a 777. Per la Cardiologia ciò vuol dire che ci sono 360 posti letto in esubero che vuol dire 581 strutture in più e 160 UTIC da eliminare. Accanto a questa proposta nasce il nuovo documento dell’ANMCO che suggerisce la presenza di un Cardiologo negli ospedali di PS (che sarebbero privi di una Cardiologia) ed una riorganizzazione dei DEA di I e II livello, in quanto il nuovo regolamento tenta di smantellare la rete della Cardiologia e riduce la Cardiologia esclusivamente a rete per l’infarto.
La dott.ssa Rappini di CeRGAS Bocconi, ha illustrato il razionale dell’ospedale intensità di cura: riorganizzare sulla base di tre punti fermi: l’efficienza e l’imperativo della produttività, la coerenza tra bisogno di salute e risposta assistenziale e l’integrazione tra clinica, ricerca e didattica. L’ospedale intensità di cure vuol dire: livello di cura richiesto dal caso conseguente a una valutazione di instabilità clinica (associata ad alterazioni dei parametri vitali) e di complessità assistenziale (medica e infermieristica), ma vuol dire anche Separazione percorsi emergenza/urgenza dal percorso programmato/elezione. Quindi, rappresenta un’organizzazione molto ricercata.
Il dr. Amico ha delineato il ruolo delle UTIC nate per la cura dell’infarto miocardico acuto, ma evolute nel tempo e diventate delle unità dove non si cura soltanto la sindrome coronarica acuta. L’Unità coronarica non è una struttura superata, ma rappresenta una funzione della Cardiologia. La dr.ssa Davoli (Age.na.s) ha portato il piano Nazionale Esiti (PNE) è uno strumento di valutazione a supporto del programma di auditing clinico ed organizzativo finalizzato al miglioramento dell’efficacia e dell’equità nel Servizio Sanitario Nazionale. Ha analizzato alcuni dati di alcune procedure (per esempio della PTCA primaria) e di mortalità per IMA in maniera critica sottolineando anche i limiti talora dei risultati per l’incompletezza dei dati stessi.
Alle presentazioni è seguita una conferenza stampa tra alcuni giornalisti di testate che si interessano di sanità e il dr. Gulizia e i precedenti relatori, il tutto condotto dal dr. Giorgino. Il tema caldo è stato ovviamente sulla nuova riforma, sulla proposta Anmco di riorganizzazione delle Cardiologie e sulla possibilità di avere un dialogo con le istituzioni. E’ stato anche ribadito e sottolineato l’impegno dell’Anmco nella campagna di prevenzione della morte improvvisa con la donazione di defibrillatori semiautomatici alla Polfer e l’istituzionalizzazione di corsi di BLS-D ai laici appunto che ha già dato dei risultati (sono stati rianimati in maniera efficace tre persone dalla Polfer).
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