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Pubblicato: 28/04/2020 da redazione



Da maggio graduale e parziale ripresa dell'attività clinica e strumentale sulle categorie più a rischio

Si comincia finalmente a vedere la luce in fondo al tunnel ma la guardia non va abbassata, anzi. Lo sanno bene tutti coloro che quotidianamente lavorano sul campo e che continuano giustamente a “predicare” prudenza, in attesa, nelle prossime settimane, della probabile riapertura di alcuni servizi essenziali in ambito sanitario, sospesi momentaneamente a causa del virus.


“Già da maggio, con estrema attenzione alla sicurezza dei pazienti e degli operatori - spiega Andrea Di Lenarda, direttore della Struttura complessa Cardiovascolare e Medicina dello Sport dell’ASUGI - si sta pianificando con la Regione e l’Azienda Sanitaria una graduale e parziale ripresa dell’attività clinica e strumentale sulle categorie più a rischio. Mediamente, prima dell'emergenza, effettuavamo circa 700 prestazioni alla settimana, adesso invece siamo scesi a 150 in struttura e 250 on line.
Abbiamo chiesto alle persone che seguiamo di non venire in ospedale se non per situazioni urgenti. La priorità in questo momento è ridurre al massimo i rischi ed inoltre il nostro personale sta aiutando altri reparti, come quello di Riabilitazione generale diventato in queste settimane un centro per pazienti affetti da Covid-19. Dovremo essere molto attenti ad emergenza terminata, perché la riduzione dell’attività ambulatoriale potrebbe determinare un aumento del rischio cardiovascolare nei prossimi mesi. Il supporto a domicilio in ogni caso non è mai venuto meno anche perché siamo collegati in rete con i distretti, con i medici di continuità assistenziale, con le ambulanze e forniamo supporto a chi si reca a visitare a casa i pazienti”. Fondamentale, nei contatti telefonici, anche l'aspetto umano: una breve chiacchierata e qualche parola di conforto sono importanti, in questa fase, per alleviare la solitudine di molte persone, alle quali, grazie anche al prezioso aiuto degli Amici del Cuore, viene inoltre fornito il servizio di consegna gratuita della spesa e dei farmaci.

Ma è vero che durante la quarantena sono diminuiti gli infarti?
“Sì, le cause però non sono chiare. Una delle ipotesi è legata alla paura di contrarre il virus all'interno degli ospedali e quindi alla decisione di non chiamare i soccorsi. Un'altra motivazione potrebbe dipendere dallo stile di vita più tranquillo, con lunghi momenti di riposo e meno stress lavorativo. Ciò che è certo è che le corrette abitudini alimentari ed un regolare movimento fisico sono preziosi alleati nella prevenzione delle patologie cardiache. Quando parliamo di attività fisica non intendiamo lo sport ma i 10 mila passi al giorno e in parte possiamo farli anche adesso, imponendoci ogni ora di fare un giro dell’appartamento o del giardino per chi ne ha la possibilità. In questo momento è possibile anche camminare nel raggio di 500 metri da casa, mantenendo il distanziamento sociale e usando le mascherine. Mangiamo correttamente e, per chi fuma - tanto più in questo periodo - è bene ridurre al minimo il numero di sigarette”.