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Pubblicato: 24/01/2020 da redazione



L’esperienza triestina nella gestione del paziente cardiopatico cronico complesso: esempio virtuoso per tutta la cardiologia nazionale

La gestione del malato con patologia cronica necessita di una presa in carico globale da parte di un team multidisciplinare e con un approccio che vada al di là del semplice coordinamento delle varie prestazioni specialistiche. In tale ambito, un ruolo centrale nella cura del paziente cardiopatico cronico è rappresentato dalla continuità assistenziale che deve favorire l’integrazione organica fra le diverse strutture ospedaliere e fra ospedale e territorio. L’esperienza della Cardiologia locale e di tutta l'ex Azienda Sanitaria Universitaria integrata di Trieste in questo campo è da sempre esempio e punto di riferimento nazionale essendo da anni capofila di una progettualità che vede nell’integrazione tra ospedale e territorio e nella presa in carico a lungo termine del cardiopatico cronico complesso i suoi capisaldi.

Queste conoscenze maturate in tanti anni di studio e lavoro sul campo sono state ancora una volta messe a disposizione della comunità scientifica nazionale con la recente pubblicazione sul Giornale Italiano di Cardiologia di un importante documento di consenso dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri coordinato dalla dr.ssa. Donatella Radini e dal dott. Andrea Di Lenarda sui “Bisogni assistenziali del malato cardiopatico complesso: dalla fase acuta alla fase cronica”. Al documento hanno contribuito diverse professionalità (cardiologi, infermieri di ambito ospedaliero e territoriale, esperti di formazione e ricerca sanitaria) impegnate in vario modo nella cura del paziente cardiopatico complesso.

“Con la realizzazione di questo documento - sottolinea la dr.ssa Radini - l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) definisce i principi generali a cui ispirare l’assistenza al malato cardiopatico complesso nelle diverse fasi della malattia. Tale approccio olistico, integrato e multidisciplinare, utilizza strumenti di analisi in grado di includere gli elementi caratterizzanti la complessità e quindi suggerire idonee strategie di gestione: (1) dei percorsi clinico-terapeutici volti all’ottimizzazione dei trattamenti; (2) dei percorsi assistenziali in terapia intensiva e degenza in un’ottica multidisciplinare; (3) dell’integrazione dei bisogni sociosanitari; (4) del processo infermieristico nell’ambito della continuità assistenziale a livello ambulatoriale, di comunità e domiciliarità; (5) dell’intervento educativo infermieristico.

tidisciplinare del malato cronico, attraverso l'adozione di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali regionali ed aziendali con il coinvolgimento di tutti i professionisti coinvolti nellssistenza (setting clinico assistenziali).