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Pubblicato: 19/03/2018 da



Dormire tanto o poco...fa' sempre bene?? di Giorgio Faganello

I ritmi e le continue evoluzioni della società moderna hanno modificato le ore e la qualità del sonno. L’aumento delle ore e dei turni di lavoro associati alla disponibilità H24 di svariati servizi e divertimenti, hanno progressivamente ridotto le ore giornaliere dedicate al sonno. Già negli anni ’80, in Giappone, in corrispondenza del boom economico, la riduzione delle ore di riposo fu identificata tra le potenziali cause di decessi tra i lavoratori. La maggior parte dei decessi tra i “karoshi”, ovvero “morti da super-lavoro”, era tuttavia di origine cardiovascolare.


Tra gli stili di vita, è indubbio che la scarsa attività fisica, una dieta inappropriata, il consumo di alcool e fumo, siano tutti fattori correlati ad eventi cardiaci. Negli ultimi anni, il legame tra disturbi del sonno e malattie cardiovascolari è stato più volte dimostrato da diversi studi clinici. La mancanza di un adeguato numero di ore di riposo infatti, produce effetti deleteri sul fisico alterando il sistema immunologico, endocrino ed in particolare gluco-metabolico. È noto che gli elevati valori di colesterolo non dipendano esclusivamente dall’assorbimento intestinale dei cibi che mangiamo ma, in parte, dalla quota prodotta autonomamente dall’organismo. La potenziale ossidazione dello stesso per opera dei radicali liberi, favorisce la formazione della placca aterosclerotica sulle pareti dei vasi arteriosi.


Lo “sleep team” dell’Università di Helsinki, ha dimostrato che insonnia ed elevati valori di colesterolo sono strettamente legati. Nella popolazione adulta, la mancanza di sonno svolgerebbe un’azione simile a quella del diabete nei confronti del metabolismo dei carboidrati, con un aumento dei livelli di lipoproteine nel sangue, cioè delle molecole che raccolgono e trasportano colesterolo e trigliceridi all’interno delle arterie. Per ridurre il rischio cardiovascolare, quindi, non basta un’alimentazione corretta, ma è necessario implementare tutti gli aspetti legati ad uno stile di vita sano. Nello studio MORGEN, ricercatori olandesi, hanno osservato e valutato per 14 anni di seguito, quale fosse l’impatto di un numero di ore di sonno adeguato (almeno 7 ore per notte) in un gruppo di individui di età media di 40 anni, con uno stile di vita virtuoso. In particolare, questi pazienti seguivano una dieta mediterranea, svolgendo almeno 3.5 ore di attività fisica per settimana ed in completa astensione dal fumo. Lo studio ha dimostrato come l’associazione di uno stile di vita sano con un adeguato numero di ore di sonno per notte, abbia ridotto il rischio di eventi cardiovascolari in una percentuale variabile tra il 65% e l’83%. A questo punto è lecito pensare che un aumento sensibile delle ore di sonno giornaliere possa portare ad ulteriori benefici in termini di rischio di eventi cardiovascolari…ebbene non sempre è così! Un gruppo misto di studiosi inglesi ed italiani, ha dimostrato non solo che negli adulti la privazione di sonno (< 6 ore per notte) determini numerosi effetti deleteri sull’organismo ma ha osservato che tali effetti siano presenti anche negli individui con un riposo prolungato (> 9 ore per notte). La spiegazione di tale fenomeno non è chiara ma la via è oramai tracciata. Chi dorme meno di 7 ore o più di 9 ore per notte può esporsi ad un rischio cardiovascolare maggiore. Sicuramente nel futuro, saranno necessari ulteriori trial clinici caratterizzati da periodi di osservazione prolungati al fine di valutare in maniera più approfondita il connubio non solo tra le variazioni del sonno ed i livelli di colesterolo totale, HDL e trigliceridi, ma anche con il diabete mellito e l’ipertensione arteriosa. Dall’analisi della letteratura medica, emerge che le ore di sonno consigliate agli adulti sono tra le 7 e le 8 ore per notte ma soprattutto è altrettanto confortante che tali traguardi siano raggiunti con abitudini di vita alla portata di tutti e lontani da diete severe o carichi di attività fisica settimanale degni di un atleta olimpionico.


Tra i ricercatori è unanime la convinzione che grazie ad un miglioramento della qualità del sonno si possano ridurre sensibilmente i rischi cardiovascolari sebbene al momento non vi siano prove sufficienti a sostegno di un rapporto “dose/risposta” specifico tra durata del sonno e benessere. E’, dunque, innegabile che uno stile di vita salutare comprenda anche il buon sonno! In attesa di ulteriori consigli e suggerimenti derivanti dagli studi clinici, è bene appellarsi al comune buon senso. Onde evitare il rischio di disturbi a carico del sistema immunologico, endocrino ed in particolare metabolico, è bene rispettare un equilibrio psico-fisico. Mai come oggi il detto latino: “Est modus in rebus” risulta essere appropriato. A questo punto non resta che augurare a tutti un BUON SONNO!