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Pubblicato: 08/08/2016 da



Il Pensiero Positivo: L’Ottimismo come Risorsa della Dott. Kira Stellato


Dott. Kira Stellato – Psicologa
ks@menteebenessere.it

 

Il mondo appartiene agli ottimisti; i pessimisti sono solo spettatori.

Francois Guizot

postive thinking immagine pensiero positivoSiete pessimisti oppure ottimisti? Vedete il bicchiere sempre mezzo pieno o mezzo vuoto?

Alcuni studenti, durante i miei corsi, mi guardano un po’ straniti quando parlo di pensiero positivo. La gente, infatti, si chiede come sia possibile mantenersi positivi ed ottimisti di fronte ai problemi della vita, in particolare nel caso di una malattia cronica che porta dolore e difficoltà di ogni tipo. Un mio paziente un giorno mi disse ‘Faccio fatica ad essere ottimista quando le cose vanno bene; figuriamoci quando vanno male!’. Questo è esattamente il nocciolo della questione: chi è pessimista lo sarà sempre, anche quando le cose vanno bene. Ciò significa che pessimismo e negatività non sono legati a condizioni oggettive, ma rappresentano una distorsione del proprio modo di essere e di vedere noi stessi e il mondo che ci circonda, come se osservassimo la realtà attraverso uno schermo opaco. L’ottimista, invece, usa uno schermo trasparente ed è istintivamente portato a mettere in primo piano le risorse disponibili, piuttosto che le mancanze. Da quanto detto possiamo concludere che la nostra mente modella la qualità della nostra vita.

Mentre ci è infatti impossibile controllare gli eventi esterni (come ad esempio una malattia), possiamo invece, se lo vogliamo, controllare i nostri pensieri, le azioni e i nostri comportamenti di fronte alle avversità.Molti considerano l’ottimista un ingenuo senza alcun contatto con la realtà, incapace di dare il giusto senso alle difficoltà e agli ostacoli della vita. In realtà, il vero ottimista non è affatto un povero illuso, ma una persona profondamente realista ed oggettiva, in grado di vedere con chiarezza il pro e il contro di ogni situazione e di scegliere la fiducia, la speranza e la serenità come strumenti di vita quotidiana per forgiare un futuro in armonia con i propri obiettivi. L’ottimista ama se stesso e ama la vita e porta questa energia e motivazione in tutto ciò che fa, indipendentemente dai risultati ottenuti. L’ottimista fa della speranza un compagno di viaggio e compie ogni giorno un atto di fiducia nei confronti della vita.Il costrutto operazionale dell’ottimismo/pessimismo è stato definito in modi diversi sia a livello teorico che operativo. Una distinzione di base è stata fatta tra ottimismo realistico, che ha funzioni importanti di adattamento, e ottimismo irrealistico, che avendo una natura illusoria, può portare a effetti negativi sul proprio benessere psico-fisico, dettati da una visione ‘magica’ di aspetti ed eventi della vita.

L’equilibrio tra luce e ombra è quindi funzionale alla nostra stessa sopravvivenza. Il troppo pessimismo ci rende depressi e apatici, un eccesso di ottimismo può tuttavia farci correre inutili pericoli. Ognuno di noi nasce portando con sé un patrimonio genetico e determinati tratti di personalità. Se osservate i bambini di una scuola materna, ne vedrete alcuni sempre sorridenti e altri perennemente imbronciati. Un ruolo importante, nella nostra visione del mondo, viene svolto anche dalla famiglia che in qualche modo ‘modella’ per noi i comportamenti e le reazioni di fronte agli avvenimenti positivi e negativi della vita. Avevo uno zio al quale ero molto affezionata che amava ripetere quotidianamente che la vita era come una torta di m….ed ogni giorno ognuno di noi doveva mangiarne una fetta. Il poveretto se ne è andato a 40 anni, a testimoniare che chi è pessimista non si allunga di certo la vita. Nonostante il nostro temperamento e l’influenza famigliare, crescendo siamo in grado di scegliere chi vogliamo essere e come vogliamo vivere la nostra realtà.


Quindi: ottimisti o pessimisti?

La ricerca nell’ambito della psico-neuro-immunologia ha individuato strette connessioni tra le emozioni e lo stato di salute. L’intera comunità scientifica oggi concorda che lo stress è causa di malattia; un atteggiamento costantemente negativo e ansioso è quindi in grado di peggiorare le condizioni fisiche o psichiche esistenti e di indebolire il nostro sistema immunitario. Le Neuroscienze confermano: non è il successo che determina la felicità, bensì l'ottimismo e la positività che possono aiutare a raggiungere il successo.

Come ogni esperienza umana, gli atteggiamenti mentali relativi all’ottimismo e al pessimismo sono strettamente correlati a processi fisiologici ben distinti. Pensieri a atteggiamenti pessimisti sembrano essere mediate dall’emisfero destro, mentre l’emisfero sinistro sembra attivare atteggiamenti ottimistici nei confronti di persone ed eventi.

Ma è possibile cambiare il nostro atteggiamento verso la vita? gli studi sulla neuro plasticità del cervello hanno dimostrato come la nostra mente possa disimparare vecchi stili di pensiero e di comportamento e apprendere nuovi modi di affrontare gli eventi quotidiani. Naturalmente, il percorso non è semplice o immediato. Occorre che questo cambiamento venga percepito come essenziale e diventi il vostro atteggiamento mentale predominante. Pensare in modo positivo durante alcuni momenti della giornata per poi lasciare che ansia e paura prendano il sopravvento all’interno del vostro spirito non è sufficiente. Prima di iniziare un percorso di trasformazione è quindi essenziale chiarirsi se esistono la motivazione, la volontà e la disciplina necessarie a trasformare il proprio mondo interiore e, di conseguenza, la realtà che ci circonda.

Il pensiero positivo è contagioso

Nessuno di noi è un’isola: è vero, la nascita e la morte ci accompagnano come esperienza individuali, ma trascorriamo l’intera nostra vita in contatto quotidiano, fisico e mentale, con gli altri.

Ogni nostro pensiero, parola, azione si trasforma in energia che abbraccia e include chi ci sta vicino sia a livello famigliare che professionale. Penso che tutti abbiamo sperimentato in prima persona lo stato di malessere che subentra nello stare vicino a un amico, un parente o un collega triste o di cattivo umore. Anche in mancanza di parole, generalmente dopo poco tempo iniziamo anche noi a sentirci irritati e irritabili, ansiosi o aggressivi, assorbendo le emozioni che l’altro ci comunica sia verbalmente che attraverso il linguaggio del corpo. A volte usciamo sfiniti da questi contatti, come se qualcuno ci avesse privati di tutta l’energia fisica e mentale disponibile.

Questa esperienza, che credo comune a molti, indica come le emozioni siano in grado di trasmettersi in maniera sottile e ineluttabile. Mentre è infatti possibile astenerci dal compiere concretamente un’azione, l’emozione positiva o negativa che sta dietro all’azione stessa ‘passa’ inevitabilmente all’altro. Il lavoro costante sul nostro pensiero, quindi, porta nel tempo a risultati che vanno ben oltre i nostri confini fisici e mentali, creando felicità e benessere condiviso.

Da dove iniziare?

Avete deciso di cambiare il vostro approccio alla vita: bravi! Ecco alcuni suggerimenti per partire con il piede giusto.

- Concentratevi sul vostro obiettivo. Scegliete e ripetete dentro di voi quello che veramente volete, non quello che non volete. Ad esempio, non dite “non voglio più fare una vita sedentaria”, ma scegliete di dire “voglio sentire il mio corpo in movimento”.

- Cercate di focalizzare la vostra attenzione più volte durante la giornata, sugli aspetti positivi, anche piccoli, della vostra vita. Mentre sto scrivendo, sento un grande dolore fisico a testa, collo e spalle, ma sposto la mia attenzione sui miei cani che dormono accovacciate ai miei piedi. Sento il loro affetto e la loro quieta presenza e questa sensazione mi rasserena, spostando la sensazione fisica del dolore in secondo piano.

- Non perdete tempo prezioso concentrandovi su avvenimenti e/o persone che non hanno importanza. Se il solito furbetto ha preso il vostro parcheggio, se l’amica invidiosa ha commentato sarcasticamente il vostro nuovo lavoro, beh… lasciate perdere. Decidete cosa è veramente importante per voi e dimenticatevi velocemente di tutto il resto. Decidete quanta parte di voi stessi volete dedicare a certe persone e/o situazioni.

- Allontanate i pensieri negativi. Quando uno di questi pensieri emerge alla vostra coscienza, non sottoponetelo ad alcun giudizio, ma impegnatevi a sostituirlo immediatamente con qualcosa di positivo. Ricordate; la ripetizione è lo strumento principale di ogni cambiamento!

- Fate pace col passato. Niente ci tiene fermi e paralizzati come il continuo sguardo verso ciò che è stato. Ricordate: non è possibile cambiare il passato. I torti che ci sono stati fatti e gli sbagli che abbiamo commesso non possono essere cancellati, ma possono servire da esperienza e trampolino verso un futuro migliore, più saggio e sereno. Perdonate e perdonatevi. Andate avanti.

- Prima di iniziare un nuovo progetto o piano d’azione, visualizzatene chiaramente il successo finale. Non usate parole del tipo ‘spero che …’, ma siate decisi nel pensare e dire ‘sono sicuro che…’


- Evitate di utilizzare, nel vostro linguaggio comune, termini del tipo problema, stanco, depresso, ecc. La parola problema può quindi diventare una sfida da vincere, sono stanco può essere sostituito da ho bisogno di fare una pausa.

- Riducete al massimo, per almeno otto settimane, il tempo trascorso davanti alla televisione nei social. Sostituite questo tempo con una passeggiata, l’ascolto di buona musica, la lettura di un libro o l’incontro con amici.

- Prestate attenzione alla vostra postura, sia quando siete seduti che quando camminate. Se vi insaccate o trascinate i piedi, non è solo il benessere del vostro corpo a risentirne, ma anche la vostra mente e la sua serenità. Le persone pessimiste generalmente camminano lentamente, con spalle e testa basse. Provate consapevolmente a muovervi in questo modo e fate attenzione alle sensazioni che ne otterrete. Ora raddrizzate testa, schiena e spalle e camminate con vigore; sentite la differenza?

- Muovetevi! Un corpo attivo contribuisce a sviluppare un atteggiamento mentale ottimista e positivo. Costruitevi una routine quotidiana, variandola se possibile, per non cadere nella monotonia.

- Se sul lavoro non potete scegliere, fatelo nella vostra vita pri9vata. Ricercate quindi sempre la compagnia di persone serene, allegre e generose verso se stesse e il prossimo.

- Fate volontariato. Spostare l’attenzione da noi stessi agli altri è uno strumento potente ed efficace di distrazione dal dolore e miglioramento dell’umore. Quando ci attiviamo in un’attività di volontariato, ci specchiamo negli altri e attiviamo un insieme di energie mentali che modificano il tono dell’umore e ci staccano, almeno per un po’, dai nostri problemi piccoli o grandi che siano.

L’ottimismo, se coltivato e condiviso con gli altri, può diventare compagno fedele della speranza, amico della curiosità e alleato prezioso della salute.

 

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