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Pubblicato: 16/12/2015 da



La prevenzione cardiovascolare: quando inizia e quando finisce?

Antonella Cherubini


immagine afi aneurisma

A livello nazionale la sorveglianza delle malattie cardiovascolari (CV) resta un punto centrale dei programmi sanitari e punto di partenza per agire attivamente e migliorare l’epidemiologia delle malattie CV.


I sanitari utilizzano carte del rischio CV validate dalle Società Scientifiche e adattate alla propria realtà nazionale, che sono soggette a continue modifiche sulla base del miglioramento dei programmi di prevenzione CV, delle modifiche socio-sanitarie e conseguente riduzione del rischio CV. In Italia, nell’ambito del progetto Cuore, le abitudini di vita degli italiani e l’epidemiologia della malattia CV sono state raccolte e riportate in 3 Atlanti delle Malattie Cardiovascolari, che spaziano su 15 anni di attività del progetto.


I cardini della prevenzione CV sono comunque riassunti in 5 semplici regole:

  1. mantenere il peso ideale;
  2. svolgere regolare attività fisica;
  3. consumare almeno cinque porzioni di frutta e verdure al giorno;
  4. non fumare;
  5. moderare il consumo di alcolici.

L’applicazione di tutte le cinque regole consente di ridurre la mortalità per eventi cardiovascolari del 50% indipendentemente dal rischio cardiovascolare di base. Accanto ai fattori di rischio CV classici: ipertensione arteriosa, diabete, obesità, ipercolesterolemia, vi sono alcuni non modificabile: la familiarità per eventi CV molto precoci (uomo < 55 anni e donna < 65 anni), età e sesso (le donne sono a minor rischio degli uomini fino all’età della menopausa). Alcuni studi hanno evidenziato altri fattori di rischio “emergenti” che necessitano ancora conferma con dati su larga scala: l’esposizione ad inquinanti ambientali e a rumore eccessivo da traffico.


Andando nel dettaglio sulle raccomandazioni per una vita sana:
- il mantenimento del peso ideale deriva dal giusto equilibrio tra le calorie introdotte con l’alimentazione e quelle spese con l’attività fisica.


- l’attività fisica, se praticata regolarmente, consente di ridurre significativamente gli eventi CV sia nelle persone a basso rischio che in quelle con rischio CV molto alto. Uno studio pubblicato a dicembre 2013 sulla rivista scientifica Lancet dimostra che aumentare l’attività fisica quotidiana in pazienti a rischio molto alto determina una riduzione significativa degli eventi CV. Questo beneficio può essere quantizzato: 2000 passi in più al giorno portano a una riduzione degli eventi cardiovascolari dell’8% dopo un anno, questo dato è valido indipendentemente dal sesso, dall’età, dalla costituzione fisica e dalla storia cardiovascolare pre-esistente. 2000 passi al giorno corrispondono circa a 20 minuti di cammino ad andatura moderata e si possono tradurre nella pratica quotidiana dell’andare a piedi al lavoro o a scuola o prendersi 20 minuti per una breve camminata ogni giorno.


- Le raccomandazioni sull' alimentazione della Società Europea di Prevenzione si possono riassumere in alcuni punti:

  • aumentare il consumo di frutta e verdura (consigliate da 4 a 6 porzioni al giorno);
  • ridurre l’apporto di sale a meno di 5 grammi al giorno (corrispondente a circa un cucchiaino da tè di sale da cucina);
  • ridurre l’apporto di grassi a meno del 10%,
  • aumentare l’apporto di fibre a circa 40 g al giorno,
  • aumentare il consumo di pesce a due volte per settimana,
  • ridurre il consumo di alcolici a due bicchieri al giorno per gli uomini ed un bicchiere al giorno per le donne.

- Il Fumo rimane il fattore maggiormente implicato come causa di eventi CV in prevenzione primaria e secondaria, è dannoso sia il fumo attivo che quello passivo. Nel post-infarto, dopo la sospensione il rischio CV si riduce del 40% in associazione all’applicazione delle altre misure di prevenzione, ma da studi osservazionali sappiamo che oltre la metà dei fumatori dimessi dopo sindrome coronarica acuta riprende a fumare e gran parte lo fa già nelle prime 3 settimane dopo la dimissione. Coloro che ricominciano a fumare mostrano un rischio di nuovi eventi nel primo anno di 3 volte superiore e chi riprende precocemente (entro 10 giorni) dalla dimissione ha un rischio addirittura quintuplicato rispetto agli astinenti. In una Survey sulle abitudini dei cardiologi, raccolta da 750 cardiologi che durante il Congresso Nazionale di Cardiologia del 2013 hanno volontariamente risposto ad un questionario, risulta che il 10% circa dei cardiologi fuma e che solo nel 60% dei casi considera il fumo una dipendenza, negli altri casi un vizio o un’abitudine. Ancora uno sforzo maggiore è richiesto per la lotta al fumo aumentando gli spazi per non fumatori, promuovendo campagne antifumo e programmi per smettere di fumare, a tutti i livelli, partendo dalla scuola, all’ambiente lavorativo, sanitario.


Dal recente studio CARDIA (2014) abbiamo avuto conferma che indipendentemente dal profilo di rischio presente in giovane età, adottare uno stile di vita sano può prevenire lo sviluppo dell’aterosclerosi, documentata con la calcificazione delle arterie coronariche (calcium score alla TAC) o con l’ispessimento medio intimale della parete carotidea con l’eco Doppler dei tronchi epiaortici. Al contrario l’abbandono della vita sana fa aumentare la possibilità di sviluppare aterosclerosi.


Ne deriva l’importanza della promozione e mantenimento di uno stile di vita sano non solo nell’età infantile ma anche nell’età adulta e nelle persone che hanno già avuto un evento CV.