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Pubblicato: 24/06/2015 da



Malattia cardiovascolare ed attività sessuale: due mondi conciliabili

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Malattia Cardiovascolare ed Attività Sessuale: Due Mondi Conciliabili

di Alessandro Altinier, Giorgio Faganello, Andrea Di Lenarda






Riadattarsi alla vita di tutti i giorni può essere difficile dopo una diagnosi di patologia cardiovascolare, specialmente in seguito ad un evento cardiovascolare. Emergono preoccupazioni e dubbi inerenti ai vari aspetti della vita quotidiana: quali cibi o bevande evitare? Potrà l’organismo sopportare nuovamente stress fisici ed emotivi? Tra le varie incertezze emerge con forza, quella riguardante l’attività sessuale: può succedere che taluni pazienti, ritenendo incompatibile l’attività sessuale con la patologia cardiovascolare, sospendano o riducano i rapporti intimi con una ricaduta negativa sulla qualità della vita e delle relazioni interpersonali fino ad arrivare a uno stato d’isolamento, ansia e depressione.

 

Alcuni studi hanno dimostrato come il 61% dei pazienti vorrebbe parlare di queste problematiche con il proprio medico, ma solo meno del 15% comunica le proprie preoccupazioni. Queste sono le premesse che ci hanno spinto a scrivere l’articolo, al fine di cercare di sfatare false convinzioni e promuovere un dialogo aperto tra medico e paziente, eliminando taboo ed ingiustificati sensi di vergogna. Uno studio recente, condotto negli Stati Uniti e Spagna su 2349 donne e 1152 uomini tra i 18 e 55 anni, con recente storia di infarto, ha messo in luce come la classe medica sia spesso restia ed impreparata nel trattare queste tematiche: meno del 15% dei pazienti vengono informati, ricevendo spesso indicazioni contradditorie, troppo restrittive e poco evidenced-based.

 

Numerosi studi hanno esaminato la risposta neuroendocrina dell’organismo all’atto sessuale rilevando un moderato incremento della pressione arteriosa e frequenza cardiaca con un rapido rientro dei parametri ai valori basali, senza significative differenze tra uomo e donna. L’attività sessuale è, infatti, assimilabile ad un esercizio fisico di grado lieve-moderato quantificabile in 3-4 equivalenti metabolici (METS), equiparabile allo sforzo necessario a salire due rampe di scale ed è quindi nella gran parte dei casi, compatibile con la patologia cardiovascolare e le preoccupazioni dei pazienti risultano perciò non del tutto giustificate. Gli studi ci dicono che circa il 90% delle fatalità accadute durante attività sessuale, colpiscono maschi e che nel 75% dei casi si tratta di eventi accaduti al di fuori di relazioni stabili, con partner più giovani e/o dopo abbondanti libagioni.

 

La società americana di cardiologia (AHA) nel 2012, ha elaborato uno statement con l’intento di sintetizzare le evidenze scientifiche e di produrre delle raccomandazioni pratiche finalizzate a favorire un dialogo aperto tra medico e paziente.


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