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Il 29 Aprile 2017

Cardio-oncologia: dalle complicanze cardiovascolari della terapia antineoplastica alla gestione multidisciplinare del paziente cardiopatico affetto da tumore


Incontro ANMCO FVG presso l'Hotel "Là di Moret" a UDINE
 

Negli ultimi anni gli specialisti Cardiologi e, parallelamente, i colleghi Oncologi hanno sviluppato un particolare interesse nei confronti PROGRAMMA della Cardioncologia, una nuova branca della Cardiologia rivolta al monitoraggio del paziente oncologico che può manifestare complicanze cardiovascolari durante il trattamento antineoplastico o, dall’altra parte, al follow-up del paziente cardiopatico che può andare incontro ad una nuova diagnosi di tumore.

oncologia cardio udineIl motivo alla base di questo interesse è ovviamente legato alla diffusione di entrambe le patologie, essendo il cancro e le malattie cardiovascolari le principali cause di morte nel mondo occidentale, spesso condividendo gli stessi fattori di rischio da un lato ed aumentando progressivamente la loro incidenza con l’avanzare dell’età dall’altro. Da questa evidenza epidemiologica, in Italia, grazie agli sforzi congiunti dell’ANMCO, dell’AIOM e dell’AICO è stato redatto recentemente un documento di consenso sul monitoraggio cardiovascolare e gestione cardiologica dei pazienti oncologici; dall’altra, in Europa, sono state elaborate le nuove Linee Guida ESC 2016 sulla Cardioncologia. Di fatto i progressi nella diagnosi precoce e nella terapia oncologica permettono una probabilità di cura ed una sopravvivenza migliore rispetto al passato ma espongono maggiormente i pazienti ad effetti iatrogeni, tra cui quelli cardiovascolari sono i più frequenti e più temuti.

Da qui nasce il bisogno da parte dello specialista cardiologo di conoscere a fondo la fisiopatologia alla base delle complicanze cardiovascolari della chemio e radioterapia e delle possibili interazioni farmacologiche e la necessità di definire dei percorsi di follow-up che permettano di prevenirle, monitorarle e, quando necessario, trattarle in maniera attenta e puntuale. Ecco quindi la fondamentale esigenza di creare dei percorsi clinico-strumentali condivisi con gli altri attori in campo, oncologi e radioterapisti in primis, ma anche infermieri, psicologi e care-givers che cercano di seguire, tra molteplici difficoltà, l’evoluzione clinica dei pazienti oncologici.

Tutto questo in definitiva per cercare di ottenere, nel singolo paziente, la migliore cura possibile del tumore riducendo al minimo il rischio di tossicità cardiaca, anche quando il percorso palliativo sia rimasto l’unico percorribile. Per i pazienti che poi sono riusciti a sopravvivere dopo un evento neoplastico, il successivo monitoraggio clinico, anche cardiologico, rimane mandatorio e, a fronte dei sempre più promettenti avanzamenti prognostici in campo oncologico, lo specialista cardiologo ha l’esigenza di conoscere gli elementi clinici e strumentali da monitorare nel corso del follow-up a medio e lungo termine per cercare di intercettare prima possibile iniziali alterazioni cardiovascolari favorite o amplificate dai precedenti trattamenti anti-neoplastici, per migliorarne il successivo outcome. Dall’altra parte, proprio a causa della sovrapposizione dei fattori di rischio e dell’avanzamento dell’età anche nei pazienti affetti da cardiopatia, esiste per il paziente malato di cuore la possibilità di sviluppare una patologia neoplastica con la necessità conseguente di terapia medica o chirurgica o radiante, con i limiti che la contestuale presenza di entrambe le malattie possono determinare nel trattamento del singolo paziente.

Nuovamente la necessità di una stretta collaborazione tra cardiologo e gli altri specialisti coinvolti diventa essenziale per la successiva riuscita dell’intervento terapeutico. Infine anche il trattamento cardiochirurgico, laddove necessario, nel paziente cardiopatico affetto da neoplasia, si è notevolmente diffuso negli ultimi anni, fornendo opzioni terapeutiche e risultati prognostici favorevoli. Questo problema trova nei tumori cardiaci il suo punto centrale, laddove la malattia neoplastica colpisce proprio il cuore e dove il trattamento cardiochirurgico riesce ad affrontare e, spesso, a vincere sfide terapeutiche importanti.

Si può quindi concludere che i miglioramenti terapeutici e quindi prognostici in campo oncologico nell’attuale panorama clinicoassistenziale debbano essere supportati da un contestuale miglioramento in termini di competenze specifiche cardiologiche e di implementazione di modelli gestionali multidisciplinari condivisi al fine di impattare favorevolmente sull’outcome globale del paziente neoplastico cercando concordemente di ottimizzare le risorse a disposizione


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Cardio Oncologia Udine 26 Aprile 2017 - PROGRAMMA Cardio Oncologia Udine 26 Aprile 2017 - PROGRAMMA
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